La nave è molto sicura nel porto, ma le navi non sono costruite per questo – William G.T. Shedd
Cara/o tu che mi leggi,
se sei arrivato fino qui e stai per immergerti anche in questa pagina, allora può voler dire che:
- non hai niente di meglio da fare;
- vuoi vedere fino a che punto voglio spingermi con i miei sproloqui;
- sei masochista;
- ti sei appassionato a questo blog che non è un blog.
Qualunque sia la tua motivazione, ti dirò solo una cosa: grazie.
Grazie perché se non hai di meglio da fare e scegli questo blog, allora hai scelto proprio me. Grazie perché se vuoi vedere fin dove voglio arrivare, sono certo che potremo avere momenti di confronto, magari sulla pagina Facebook O.I. L’Arte in una frattura. Grazie perché in qualsiasi caso stai partecipando, a tuo modo, a tutto questo.
E ora, dopo un insolito incipit, vorrei continuare con una questione che abbiamo aperto qualche tempo fa: è possibile, anche con l’Osteogenesi Imperfetta, portare avanti una vita reale, autentica, piena di sogni realizzati?
Se lo dice la Treccani…
Ne abbiamo già parlato in precedenza: ti ho già raccontato come secondo me la creatività, la forza di volontà e la voglia di raggiungere obiettivi possono essere modalità vincenti per non sentirsi meno capace di altri.
Me lo ha insegnato l’esperienza, ma con questo non voglio dire di essere più figo di altri. È la mia storia, e mi fa piacere condividerla con te.
Detto questo però, è legittimo chiedersi: cosa c’è dietro tutto questo? Ci sarà di sicuro una matrice unica all’origine di questi espedienti virtuosi che mi sono trovato a mettere in atto per vivere come ho sempre voluto. Ed ecco la risposta: dietro tutto questo c’è la distruzione della campana di vetro.
Tutti sanno cosa vuol dire “tenere sotto una campana di vetro”. Ma visto che mi piace essere preciso, come sempre ti propongo l’illustre citazione del Vocabolario Online Treccani: tenere sotto una campana di vetro vuol dire avere eccessiva cura di una persona. Detto in particolare di bambini oggetto di troppe attenzioni da parte dei genitori.
Stiamo tutti calmi!
Eccola là: pure la Treccani lo sa! Il fulcro di tutto sono i genitori! Ma io mi permetto di dire: non solo i genitori, ma tutta la famiglia! Zie, zii, cugine e cugini, prozie di terzo grado da parte di mamma. Tutti. Indistintamente. E i nonni. Ah, i nonni e le nonne: quanta esperienza, quanto amore ci trasmettono. Ma quante ansie, anche!
Sono un po’ cinico, lo so. Ma lascia che mi spieghi: perché altrimenti potrebbe sembrare che io non abbia mai apprezzato le cure e le attenzioni dei miei cari. E questa, ti assicuro, è la cosa più falsa che potrei dire in vita mia.
La questione, piuttosto, è questa: non appena un/a piccolo/a osteogenico/a viene alla luce, nessuno sa cosa sia meglio fare. I neogenitori, già apprensivi di natura – soprattutto se trattasi di primo cucciolo d’uomo da tenere tra le braccia – sono totalmente in panne. Lo sarebbero comunque, anche se la loro creaturina non fosse di cristallo.
Il parentame da parte sua, invece di sostenere i genitori, impazzisce: tutta la famiglia diventa ansiosa, ad ogni movimento del cucciolo scatta l’allarme, ognuno dice la propria. E aggiunge timore a paura.
Cari tutti, proviamo a stare un secondo calmi. Proviamo a capire che quel fagottino di pochi mesi è sì, più fragile degli altri, ma non per questo più debole. Perché si è deboli solo se non si viene messi nella condizione di scoprire e testare la propria forza.
Campana di vetro? No, grazie.
È vero: all’inizio nessuno sa cosa sia. L’Osteogenesi Imperfetta è una patologia rara, e diciamoci la verità: se non hai mai conosciuto nessuno che ne sia affetto, non sai che pesci prendere.
Per questo, vi dico: non si può studiare da nessuna parte cosa sia meglio fare o non fare. Non solo perché finché non si incontra, non si riesce a conoscere l’Osteogenesi Imperfetta, ma soprattutto per un altro motivo.
Quale? Semplice: siamo tutti diversi. Sì, anche noi osteogenici, siamo tutti diversi. E quindi sì, certo: ci saranno delle accortezze per rendere la vita della/del neonato migliore e meno esposta a rischi inutili. Ma poi ti posso assicurare che l’improvvisazione è, e sarà sempre, un importante alleato.
Perché più si ha paura di sbagliare, e più si è goffi. E più si è goffi, più si è insicuri. E più si è insicuri, più si perde il contatto con quello che accade davanti ai nostri occhi, preoccupati come siamo di non fare l’ennesima stupidaggine.
Quindi, cari parenti e genitori, non abbiate paura di sbagliare, perché come si dice: “sbagliando, si impara”. Lasciatevi stupire dal/la vostro/a osteogenico/a.
Rompete la campana di vetro, prima che questo materiale, così trasparente, leggero e fragile, si tramuti in ferro, rinchiudendo in un’orrenda gabbia la vostra prole. Per sempre.
E noi osteogenici, da parte nostra, siamo pronti? Vogliamo abbandonare la nostra comfort zone? Vogliamo liberarci da questa campana di vetro, e finalmente prendere il largo nel mare azzurro e infinito?
Non dobbiamo avere paura delle fratture: fanno e faranno sempre parte della nostra vita. Dobbiamo invece avere sì la voglia di andare di Oltre.
Non dobbiamo mai permettere a nessuno di dirci che non siamo capaci di fare qualcosa solo perché siamo O.I.. Non consentiamo a chi non crede in noi di convincerci che non riusciremo a raggiungere un obiettivo.
Quindi, se voi veramente fare qualcosa, semplicemente falla. Se hai un sogno inseguilo, e trasformalo in realtà.
Ah, ora sì che mi sento meglio. Erano anni che volevo dirle ‘ste cose.
A presto!
Fabiano